Progetti 2012

IL PROGETTO IN SINTESI

E’ stato donato al laboratorio dell’Unità Operativa di Dermatologia uno spettrofotometro di ultima generazione (NanoDrop), del valore di 16.000 euro. L’utilizzo di questo strumento da parte del laboratorio permette la realizzazione di analisi molecolari basati sulla tecnologia microarrays, finalizzati alla comprensione dei meccanismi biologici sottesi all’adattamento o alla progressione di particolari forme di linfomi a cellule T, con andamento molto aggressivo, allo scopo di indagare meccanismi patogenetici molecolari attualmente solo parzialmente noti e di identificare nuovi targets terapeutici.

 

LA RICERCA NELLA’AMBITO DELLA GENOMICA E PROTEOMICA DEI LINFOMI MALIGNI

I linfomi sono tumori maligni del tessuto linfatico, che possono coinvolgere i linfociti B, i linfociti T, o i loro precursori. Hanno molte caratteristiche che li accomunano alle leucemie, tuttavia generalmente col termine linfoma si indica una neoplasia che si manifesta generalmente sotto forma di masse distinte nel tessuto linfoide periferico, per lo più a livello linfonodale, mentre con il termine leucemia si intende una malattia neoplastica caratterizzata da un diffuso interessamento del midollo osseo e del sangue circolante.

Attualmente i linfomi maligni rappresentano una delle malattie neoplastiche più frequenti, costituendo il 5 per cento di tutti i tumori maligni e la quinta causa di morte per cancro. La loro prevalenza sta crescendo costantemente ad un ritmo del 3 per cento annuo.

Esistono vari tipi di linfoma, con diverse presentazioni cliniche, diverse caratteristiche biologiche e con prognosi molto differente. La loro classificazione è in continua evoluzione, in conseguenza dell’applicazione di tecnologie di ricerca sempre più sofisticate e sempre più efficaci, che permettono la continua acquisizione di nuove importanti conoscenze scientifiche. Le cause e i meccanismi che portano alla manifestazione di ciascun tipo di linfoma, determinandone la prognosi, non sono stati ancora ben compresi. Per ciascun tipo di linfoma, infatti, l’evoluzione clinica nei diversi pazienti può essere favorevole o sfavorevole, con una eterogeneità di comportamento che molto spesso non è spiegata dalle attuali conoscenze. Per queste ragioni lo sviluppo delle applicazioni tecnologiche sta portando la ricerca verso parametri biologici sempre più “individuali”, legati cioè alle caratteristiche genetiche di ogni singolo caso di tumore.

Questo tipo di approccio, oltre a permettere una classificazione più precisa e con miglior significato prognostico, offre l’opportunità di individuare meccanismi patogenetici ancora sconosciuti e possibili target molecolari su cui poter indirizzare l’intervento farmacologico in maniera sempre più mirata, aumentandone l’efficacia e limitandone significativamente la tossicità.

In tale ambito, negli ultimi anni si è sviluppata enormemente la ricerca biomedica basata su sistemi denominati “microarrays”, ossia piattaforme tecnologiche (microchip) che permettono di analizzare simultaneamente decine di migliaia di geni, sia a livello di DNA che dell’RNA (analizzando quindi il codice genetico sia nella sua composizione che nella sua effettiva espressione), ma anche a livello delle proteine che, rappresentando ciò che effettivamente compone le cellule e i tessuti, ne determina infine le funzioni ed i comportamenti. Attraverso la tecnologia dei microarrays è possibile condurre analisi genetiche e molecolari partendo da quantità molto limitate di acidi nucleici e di proteine estratti da campioni biologici, ed è inoltre possibile sia analizzare contemporaneamente materiale proveniente da numerosi pazienti che materiale proveniente dagli stessi pazienti raccolto in tempi diversi, ad esempio per studiare gli effetti di determinati trattamenti.

In altre parole, la ricerca genomica e proteomica riguarda attività basate sull’indagine molecolare dei trascritti e delle proteine espresse in un determinato comparto cellulare. Essa è basata sulla separazione di centinaia di prodotti proteici, sulla quantizzazione di prodotti d’espressione specifici, e sulla ricerca di meccanismi alla base di processi biologici.

Per eseguire queste indagini si devono utilizzare sistemi di ultima generazione che richiedono l’integrazione di conoscenze biochimiche, bioanalitiche, bioinformatiche e biomolecolari, occorrono, ovviamente strumentazioni particolarmente sofisticate. In particolare, durante tutto il processo di esecuzione degli esperimenti, per la preparazione e il controllo dei campioni è di fondamentale importanza utilizzare della strumentazione sofisticata che permetta di effettuare misurazioni precise ma altamente sensibili, utilizzando volumi microscopici dei materiali biologici. Per questo scopo il miglior apparecchio attualmente a disposizione della comunità scientifica è rappresentato dal “NanoDrop” spettrofotometro UV-Visibile, completamente innovativo, che permette di utilizzare quantità di campione infinitesimali senza l’utilizzo di elementi accessori e la necessità di effettuare diluizioni, che rappresentano possibili fonte d’errori.

 

DOCUMENTAZIONE:

Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano